Inquinamento spaziale. I detriti del Cosmo
Redazione I Martedì
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Inquinamento spaziale. Quanto è pericoloso?
L’idea che molti di noi hanno del cosmo è quella di un ambiente puro e incontaminato. Ma ormai, purtroppo, dobbiamo prendere atto di una spiacevole realtà: nello spazio che circonda il nostro pianeta c’è anche tanta spazzatura. Ebbene sì, siamo riusciti ad inquinare anche lo spazio extraterrestre.
Come si è creata questa situazione? Il lancio del satellite Sputnik 1, nel 1957, è stato il primo di una serie che oggi, dopo 60 anni, è arrivata a molte migliaia. Ovviamente ogni lancio porta nello spazio un carico utile, ad esempio un satellite da collocare in orbita intorno alla terra, o un veicolo con un equipaggio a bordo, o una sonda da spedire verso un altro pianeta per studiarlo.
Ma si aggiunge anche tanto altro: stadi esauriti dei razzi vettori, residui di combustione, frammenti di vernice che si staccano da oggetti colpiti da micrometeoriti, e perfino oggetti perduti da astronauti durante attività extraveicolari: tutto ciò fa parte della vasta popolazione dei detriti spaziali che orbitano insieme ai satelliti. Si potrebbe pensare che, nell’immensità dello spazio, anche un numero elevato di detriti vi si perda senza causare gravi conseguenze. Ma i detriti in orbita sono ormai tanti da rendere molto reale il pericolo di collisione.
Pericolo di collisione?
E non si tratta di collisioni innocue. Ha causato sconcerto, ad esempio, la foto scattata nel 2016 dall’astronauta Tim Peake, che mostrava un piccolo cratere del diametro di circa 7mm in una delle finestre (per fortuna molto resistenti) dell’iss (International Space Station): era bastato, per crearlo, l’impatto con un frammento metallico di dimensioni di qualche millesimo di millimetro. Se avesse perforato il vetro della finestra, o lo scafo dell’iss, avrebbe sicuramente provocato una situazione di emergenza, e forse la necessità di rientro immediato a terra dei 6 astronauti a bordo.
[…] Leggi l’articolo completo nel numero 339 “Ambiente”
Giovanna Maria Stirpe
Diciamo che in un momento di estrema crisi ambientale e umana sarebbe bene sospendere al minimo simili imprese