CHIMAR: IMBALLAGGIO INDUSTRIALE
Redazione I Martedì
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AZIENDA DI SOLUZIONE LOGISTICA AD ALTO VALORE AGGIUNTO
Giovanni Arletti, presidente e custode dei valori della CHIMAR S.p.a, definisce la sua storia professionale come «una straordinaria storia d’amore con l’azienda di famiglia». Desiderando fin da ragazzo un lavoro in proprio, all’inizio del 2000 fonda la CHIMAR – dall’unione dei nomi dei figli Chiara e Marco – insieme a quest’ultimo, con l’inserimento successivo della moglie Francesca per la gestione amministrativa e la finanza. Realizzeranno qui un nuovo modo di percepire il lavoro di produttore di imballaggi, unendo all’attività manifatturiera un’attività di servizio, una forma di logistica industriale che propone soluzioni innovative e capacità organizzative nel rispetto di clienti, collaboratori e ambiente.
La proposta di valore della CHIMAR si articola in tre macro attività, distinte e dipendenti tra di loro: progettazione e creazione di imballaggi, logistica di confezionamento e logistica di magazzino. La progettazione avviene sempre su misura del cliente, rispondendo alle sue esigenze, in quanto CHIMAR vuole essere riconosciuto non solo come semplice fornitore di imballaggi bensì come partner abile nella formulazione di alternative efficienti che possano portare un reale vantaggio all’attività.
Con la logistica industriale l’azienda mostra di prendersi cura di tutte le varie fasi: dallo stoccaggio al carico, dal confezionamento “on site” al trasporto, dal montaggio al collaudo e allo sdoganamento.
Si crea integrazione fra prodotto, imballaggio e servizio logistico facendo tutto nel rispetto dei tempi, indicando sempre la soluzione migliore, più efficace e conveniente per il cliente. Quello delle persone è un tema che ricorre spesso nei ragionamenti di Giovanni Arletti.
Dalle sue parole, CHIMAR oggi è «uno straordinario gruppo di persone che lavorano fianco a fianco con umiltà, ascoltandosi e confrontandosi, scambiandosi conoscenze e idee aprendo i loro orizzonti. Sono culture ed esperienze diverse che si uniscono».
Questa pare essere la garanzia del loro successo: hanno imparato ad agire come se fossero una cosa sola. La persona è la vera ricchezza dell’azienda e la condivisione da parte di ognuno del patrimonio di conoscenze, valori e regole viene chiamata in CHIMAR “cultura del Noi”. Da anni l’azienda si impegna nell’obiettivo di coniugare e legare la qualità della vita – sia di chi opera in azienda sia di quella che deriva dai servizi e dalle opportunità offerte alle famiglie dei dipendenti – con la qualità del lavoro, proponendo ai propri collaboratori un progetto che dà alle persone ruolo centrale.
Il focus è anche sul cliente: l’azienda cerca di anticipare, interpretare e soddisfare le esigenze dei clienti più esigenti, superando le aspettative con flessibilità e tempestività nelle risposte.
L’azienda vede delle priorità di investimento per un impegno già preso: quello di favorire uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
La politica aziendale del gruppo CHIMAR mira da tempo a conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del proprio territorio di riferimento – le sedi logistiche sono presenti in tutto il nord Italia con la principale in provincia di Modena – in un’ottica di sensibilità futura. L’inclusione nel proprio business della dimensione sociale e ambientale, oltre a quella economica, viene definita efficacemente dal termine “sostenibilità d’impresa”, che rimanda al concetto di sviluppo sostenibile. L’azienda non si è accontentata di un prodotto green, offrendo anche un servizio in linea con la logica della sostenibilità: esternamente all’azienda troviamo un’economia circolare degli imballaggi e una logistica a chilometro zero, mentre internamente le offerte sono quelle di un green building, auto ibride e responsabilità sociale.
L’arrivo del Covid e il post-pandemia hanno portato Arletti e la CHIMAR a riflettere sulla salute, arrivando alla conclusione che «la salute non è un bene privato ma pubblico. Questo virus lo sta dimostrando chiaramente: se io mi ammalo finisco con il fare ammalare anche gli altri. Diventa un problema comune. L’economia e l’ecologia debbono procedere insieme, fanno parte dell’unica casa comune. Il Covid-19 ha sparigliato le carte, questa è l’occasione per cambiare».
Sono in realtà le orme di papa Francesco che Giovanni Arletti segue: la proposta del papa era quella di un diverso modello di crescita, mostrando che lo sviluppo che crea disuguaglianza non funziona e che quindi l’economia e l’ecologia dovrebbero procedere insieme ripartendo da un mercato mutato in cui occorrono imprenditori veri. La relazione con papa Francesco avrà poi uno sviluppo quando l’imprenditore scriverà una lettera di ringraziamento a Sua Santità per la sua importante presenza durante il complicato periodo di pandemia, finendo con una telefonata da parte del papa stesso che aveva avviato una straordinaria conversazione piena di scambi di idee e di gratitudine l’uno per l’altro, per l’aiuto mostrato verso il prossimo.
Asia Innocenti