Percezione e realtà

The following two tabs change content below.

Giovanni Bertuzzi

Direttore responsabile della Rivista I Martedì, Direttore del Centro San Domenico e Preside dello Studio Filosofico Domenicano.

353 Editoriale N° 4 anno 44

Percezione e realtà

I mezzi di comunicazione ci pongono continuamente di fronte a statistiche, sondaggi e prospettive, che misurano lo stato di salute del nostro pianeta, le condizioni economico-sociali in cui viviamo e ci offrono previsioni più o meno vicine (e più o meno sicure) delle condizioni in cui vivremo nei prossimi anni o addirittura nei prossimi decenni. Abbiamo così imparato che sulla Terra si sta verificando un aumento di temperatura, che provocherà, e già sta procurando, cambiamenti climatici di notevole gravità. Anche di fronte alla pandemia in atto siamo quotidianamente messi di fronte alle condizioni del contagio, con i dati e le statistiche sulla sua diffusione e sul numero dei colpiti, che condizionano i nostri modi di comportarci e le scelte della nostra vita.

Ad ogni modo, prima di stabilire “che cosa fare” in tutti questi casi, occorre rendersi conto di
come stiano effettivamente le cose, e questo non è per niente facile, perché la realtà è quello che è, ma
il modo di percepirla e valutarla cambia, secondo il nostro modo di vedere, di intendere e interpretare ciò che accade: è un principio fondamentale della gnoseologia, cioè della disciplina che tratta del rapporto tra la conoscenza umana e la realtà, che distingue la realtà-oggetto della conoscenza (indipendente e autonoma rispetto alla conoscenza stessa) dai modi di conoscerla, che sono diversi a secondo delle prospettive e delle intenzionalità (speculative o pratiche) in base alle quali ci relazioniamo con essa. Prendiamo un esempio banale: è un fatto che “oggi piova”, ma sono diverse la valutazioni che possiamo dare di questo fatto, a secondo se lo consideriamo un evento casuale oppure un effetto del cambiamento climatico, se lo vediamo come un ostacolo alla nostra libertà di muoverci o come un beneficio per la natura. Nessuno negherà che “oggi piova” se questo è vero, ma ciascuno percepirà questo fatto come gradevole o sgradevole, positivo o negativo a secondo del suo punto di vista.

Cerchiamo allora di considerare separatamente questi due aspetti: un conto sono i criteri che dobbiamo assumere per accertare e appurare la realtà delle cose, e un conto è esaminare i diversi modi di percepirla, di considerarla, di valutarla e di affrontarla.

Inoltre, l’indagine scientifica della realtà e l’informazione sui fatti di esperienza sono sempre più indirette, mediate e tecnologicamente condizionate: la realtà non è più giudicata sulla base di una semplice “constatazione di fatto”, ma viene sottomessa agli esperimenti, che sono esperienze costruite dall’uomo in base a criteri logico-matematici e a strumenti tec, che riducono la realtà alla sua rappresentazione più o meno soggettiva, anche se permettono di superare le soglie della percezione sensoriale.

[…]

Leggi l’articolo completo nel numero 353 “Le mani tecnologiche” 

Giovanni Bertuzzi

Direttore responsabile della Rivista I Martedì, Direttore del Centro San Domenico e Preside dello Studio Filosofico Domenicano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.